Redazione del testo: Gabriele Pallotti
I testi argomentativi hannno la funzione primaria di discutere e valutare le opinioni. Nel fare ciò devono presentare fatti e idee, e in ciò contengono aspetti di descrizione e di esposizione, ma mentre nei testi principalmente descrittivi ed espositivi si presentano fatti assodati, in quelli argomentativi c’è sempre un elemento di dubbio, di potenziale controversia. Molti testi argomentativi hanno l’intento di sostenere una tesi precisa, e di confutare una tesi opposta: vengono detti competitivi o agonistici. Sono però testi argomentativi anche quelli in cui non si perviene necessariamente a una conclusione che porti a scegliere una tesi o un’altra, ma si ragiona sui pro e i contro di ciascuna: si parla allora di argomentazione cooperativa. Insomma, un testo per essere argomentativo deve contenere delle argomentazioni, non necessariamente una tesi da difendere: posso avere un testo che presenta vari argomenti a favore e contro varie tesi, senza sposarne alla fine nessuna (questa potrebbe essere una conclusione matura e responsabile per dei ragazzini che ragionano su temi grandi e complessi), ed esso può essere legittimamente chiamato testo argomentativo; viceversa, testi in cui si sostiene veementemente una tesi ma in modo dogmatico, senza argomentarla, non possono essere considerati testi argomentativi.
Un testo argomentativo presenta dunque una o più tesi e, per ciascuna di esse, discute gli argomenti a favore o contrari. Vediamo ora la struttura degli argomenti, seguendo un modello teorico molto diffuso, quello proposto dal filosofo Toulmin. In questo modello, una tesi, per essere argomentata, viene sostenuta da una base (o ragione, o fondamento), che poggia su una garanzia o regola generale, a sua volta motivata da uno sfondo di conoscenze pregresse. Vediamo un esempio relativo a due possibili tesi: è giusto che i ragazzi portino il cellulare a scuola, oppure no.
Tesi | E’ bene portare il cellulare a scuola |
Base | I genitori ci possono raggiungere facilmente |
Regola generale | La facilità dei contatti consente di affrontare le emergenze |
Sfondo di conoscenze che portano alla regola | Una volta papà ha avuto un guasto all’auto in campagna e grazie al cell ha chiamato la mamma che lo è andato a prendere; Un escursionista si è perso e col cell ha chiamato i soccorsi; Se succede un incidente in un luogo popolato è più facile informare gli altri e ricevere aiuto che nei luoghi isolatiecc
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Tesi | E’ male portare il cellulare a scuola |
Base | La lezione viene continuamente interrotta |
Regola generale | Se si è sempre interrotti, non si impara bene |
Sfondo di conoscenze che portano alla regola | Quando entra qualcuno in classe per una comunicazione, dopo non ci ricordiamo di cosa stavamo parlando; Se la mia sorellina viene a parlarmi mentre faccio i compiti, sbaglio gli esercizi; Nei posti dove si studia seriamente, come le biblioteche, c’è sempre silenzioecc
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Come si vede, lo sfondo di conoscenze rilevanti è potenzialmente molto vasto, e può riguardare esperienze personali, fatti di cui si ha notizia, informazioni reperite sui libri di scuola. Si possono anche citare autorità (una persona ritenuta intelligente e saggia, gli esperti di un settore), sia perché sostengono la tesi o la regola generale, sia perché forniscono informazioni di sfondo considerate particolarmente attendibili.
Dall’accostamento delle tue tabelle emerge anche chiaramente come ciascun argomento a favore di una tesi possa diventare un’obiezione verso la tesi opposta. Nella prospettiva competitiva, in cui si cerca di far prevalere una tesi sull’altra, il gioco consiste nel dimostrare che l’argomento a favore dell’obiezione è fallace (scarse basi, regole discutibili, autorità inaffidabili) o che i danni prospettati dall’obiezione sono minori dei vantaggi prospettati dalla tesi (è molto importante essere raggiunti per le emergenze mentre le interruzioni durante lo studio danno poco fastidio).
La disposizione degli argomenti ha una particolare importanza. Anzitutto, si deve decidere se esporre subito la tesi (o le tesi), facendo seguire gli argomenti a favore e contrari, oppure se esaminare prima i vari argomenti e poi concludere a favore o contro una tesi. La prima strategia è sicuramente più chiara ed esplicita: si scoprono subito le carte rispetto a dove si vuole arrivare, poi si sviluppa il ragionamento. La seconda strategia è più sofisticata e fa appparire l’argomentazione un po’ come un romanzo giallo, in cui si forniscono man mano vari indizi per arrivare a una conclusione: più difficile da costruire e da seguire, ma più raffinata e probabilmente più efficace su un piano persuasivo, perché il destinatario viene condotto e convinto gradualmente della tesi sostenuta.
Un’altra decisione da prendere rispetto all’organizzazione del testo riguarda l’ordine in cui disporre gli argomenti più o meno forti. Bisogna prima stabilire, nella fase di raccolta delle idee, quali ragioni a favore di una tesi sono più convincenti e quali meno, perché basate su fonti meno attendbili, perché riguardanti aspetti marginali, o perché più soggette a possibili obiezioni. Si può cominciare dagli argomenti forti, per andare dritto al punto e non far perdere tempo al destinatario, oppure da quelli più deboli, in un crescendo di notevole forza persuasiva; un ordine efficace è anche quello cosiddetto nestoriano (dal condottiero Nestore che, secondo l’Iliade, fece disporre le truppe greche con i più deboli al centro e i più forti ai lati), che presenta prima alcuni argomenti forti per dare autorevolezza al discorso, poi alcuni più deboli con possibili obiezioni, e conclude con altri argomenti fortissimi, potenzialmente decisivi, per dare l’impressione al destinatario di avere seguito un ragionamento libero, che prende in considerazione ogni aspetto, favorevole e contrario, centrale o accessorio, per poi giungere alla conclusione desiderata.
Queste ultime considerazioni ci portano a riflettere sulle strategie persuasive, particolarmente importanti nelle argomentazioni competitive, in cui si vuole convincere qualcuno della bontà di una tesi. La persuasione, per funzionare, deve essere delicata. Ce lo insegna la storia della pubblicità: all’inizio tutti strillavano per sostenere la bontà dei propri prodotti, ma quando ci si è resi conto che ciò infastidiva i consumatori e soprattutto non dava loro ragioni per scegliere un prodotto piuttosto che un altro, si è cominciato a usare un tono diverso, appunto più persuasivo. Il destinatario deve sentirsi libero di scegliere, deve convincersi che se compra una determinata automobile, o sposa una determinata tesi, non è perché qualcuno gli ha urlato incessantemente ‘compra questo’ o ‘scegli quello’, ma perché la scelta è davvero sua e personale. Cioè la persuasione deve portare al convincimento, e le convinzioni sono qualcosa che nasce dall’interno, non che si impone dall’esterno. Ecco perché una buona strategia di presentazione degli argomenti non è simile a un rullo compressore, ma cerca di condurre il destinatario lungo un ragionamento che possa sentire come proprio, con un esito non predeterminato ma che emerge come conclusione personale, dopo avere oscillato (con una certa sensazione di libertà) tra pro e contro, argomenti a favore e obiezioni contrarie. Altri modi per rendere un testo più persuasivo riguardano la forma dell’esposizione e la relazione che l’emittente instaura con il destinatario: un testo piacevole, interessante, ben costruito, è senz’altri più efficace, ma anche un testo che presenti l’emittente in modo simpatico, o autorevole, o rassicurante, o intelligente (sempre in modo indiretto, non dichiarando ‘io sono preparato e intelligente’) ha maggiori probabilità di convincere il destinatario. Infine, anche se nella raccolta delle idee si sono trovati tanti argomenti a favore della propria tesi, può essere bene scegliere solo i migliori, i più convincenti, per non annoiare il destinatario e non porgere il fianco a potenziali obiezioni.
Lo sviluppo delle capacità argomentative
La capacità di produrre buoni testi argomentativi emerge tardivamente e non viene mai raggiunta da tanti adolescenti e adulti. Si tratta infatti di testi particolarmente complessi: occorre ragionare su argomenti tipicamente astratti, costruire testi fortemente strutturati, prendere il punto di vista del destinatario, seguendo il suo modo di ragionare, i suoi atteggiamenti e pregiudizi ed anticipando le sue obiezioni. Occorrono quindi elevate capacità di decentramento e di metacognizione sui meccanismi che sottostanno al ragionamento e alla presa di decisioni e sull’efficacia e gli scopi del testo.
A livello formale, un buon testo argomentativo non richiede necessariamente strutture linguistiche molto sofisticate. A scuola ci si sofferma spesso sui connettivi, ma non sono certo questi il fulcro della didattica dell’argomentazione, e nemmeno uno degli aspetti più difficili. Quando si conoscono espressioni come se, allora, ma, quindi, si può già costruire un ottimo testo argomentativo. Connettivi più specifici, come tuttavia o d’altra parte, aggiungono certo chiarezza ed efficacia al testo, ma non sono, strettamente parlando, indispensabili. Anche connettivi di organizzazione generale del testo, come in primo luogo, inoltre, in conclusione, non sono specifici dei testi argomentativi, ma sono utili per indicare la scansione interna di qualunque tipo di testo.