Insegnare a scrivere

Insegnare a scrivere a scuola significa insegnare a svolgere bene le diverse fasi del processo compositivo, facendo esercitare su ciascuna di esse, prima separatamente, e solo in un secondo momento chiedendo di metterle insieme. L’attenzione, si sa, è selettiva e non può rivolgersi simultaneamente a tutto, specialmente quando si sta apprendendo una nuova abilità. I bambini dovranno quindi essere accompagnati a sviluppare le loro competenze su ciascuna di queste fasi (ma anche un adulto esperto, come si è detto, non è in grado di gestire simultaneamente i processi di invenzione, disposizione e redazione). Si daranno dunque molti esercizi che non prevedono necessariamente la stesura finale di un testo completo e rifinito, proprio per sottolineare l’importanza che hanno anche i primi momenti, ideativi, del processo di scrittura, che possono tranquillamente diventare un obiettivo a sé, e non un passaggio da sbrigare frettolosamente per arrivare al testo compiuto. Alcune attività chiederanno solo di generare o raccogliere idee, altre di metterle in ordine, altre ancora di scrivere a partire da idee e scalette date, o di rivedere testi già scritti per migliorarne la forma. I bambini diventeranno così familiari con le diverse fasi del compito di scrittura, acquisiranno un abito, un metodo di lavoro, che gli servirà negli ordini di scuola successivi e per tutta la vita.

Sulla didattica della scrittura è stato scritto moltissimo e si rimanda alla bibliografia, oltre naturalmente ai vari percorsi didattici, per alcune piste di lavoro. Qui, a mo’ di riassunto, riportiamo solo un “pentalogo” di consigli scritto da uno dei maggiori esperti italiani di educazione lingusitica, Adriano Colombo.

  1. Praticare una varietà di generi testuali.
  2. Dare consegne particolareggiate.
  3. Creare occasioni frequenti di scrittura anche con testi brevi.
  4. Graduare le richieste.
  5. Usare criteri di valutazione differenziati a seconda del genere testuale; valutare analiticamente le diverse caratteristiche testuali.

“È facile leggere in controluce, dietro questi punti, un rovesciamento sistematico di quella che è stata a lungo la pratica dominante (se non unica) di scrittura a scuola: il tema. Il tema comprende in modo indifferenziato generi testuali diversi (scrittura introspettiva, invenzione fantastica, esposizione, argomentazione e altro ancora); ha una consegna generica, limitata al titolo; è una prova lunga e impegnativa, e perciò stesso praticata poche volte in un anno; non prevede gradualità, nel senso che la richiesta è sostanzialmente la stessa dala terza elementare al termine della scuola secondaria; non avendo consegne definite, non ha criteri di valutazione precisi.
La proposta è dunque di fare scrivere spesso testi anche brevi, ben specificati nella consegna quanto a genere testuale, destinatari e scopo (anche simulati), lunghezza, registro linguistico; valutarli analiticamente, con riferimento alle richieste della consegna, e farli riscrivere sulla base delle correzioni e indicazioni; graduare le richieste dal più semplice al più complesso.”

(A. Colombo, La scrittura saggistica: come, dove, quando. In Laboratorio di scrittura. Proposte per l’istruzione secondaria superiore. Seminario regionale dell’Emilia-Romagna, a cura di P. Gozzi, Bologna, Re Enzo, pp. 17-24. Ora anche su www.adrianocolombo.it)